
Sorriso aperto, mani callose, mangia rumorosamente.
E’ anziano ma sembra che sia la prima volta nella sua vita che compie un lungo viaggio.
Ha un borsone gigante e, a quanto sembra, pesantissimo, dal quale continua ad attingere cibo e bevande.
Il cibo è composto da salami e prosciutti, che continua ad affettare con un lungo coltello da cucina, e da pane, nel quale inserisce gli affettati per poi mangiare a grandi bocconi. Le bevande sono quasi esclusivamente bottiglie di vino, bottiglie di vetro, che continua a versarsi in bicchieri di vetro. Una vera cucina ambulante.
Lettore CD portatile, vecchio disco degli Articolo 31, capelli gellati.
Sta soffrendo terribilmente il freddo con la sua maglietta attillata ma resiste stoicamente. Soffre palesemente l’attesa: mancano ancora almeno 10 ore prima di arrivare a destinazione. Ha accanto uno zaino con scritto Go to the action. C’è da chiedersi se l’ha comprato perché gli piaceva quest’inno al dinamismo o se semplicemente faceva figo. Cerca di ingannare il tempo ammirando ciò che trasmette il finestrino. Non riuscirà nel suo intento.
Camicia ben messa, occhiali, sguardo assente. Sembra essere espertissimo dei treni e dispensa consigli con gentilezza. Se non fosse che è troppo grande, lo si potrebbe definire un nerd, ma visto che è grande definiamolo pure un impiegato. L’unico libro che si è postato dietro è quello con gli orari di tutti i treni d’Italia. Non lo ha salvato dalla noia e così anche lui cerca riparo nel finestrino.
Maglietta con scritto Peace e il simbolo Fatelamorenonfatelaguerra. Ha passato tutta l’attesa dell’arrivo del treno a guardare con sdegno una persona che aveva accanto, con zaino in mimetica e borsone con scritto “Destinazione: Herat, Afghanistan”. E’ immerso nel suo libro, che finirà molto prima di arrivare a destinazione. In realtà il libro è un paravento da dove può osservare e giudicare la strana combriccola che il caso ha voluto riunire in quello scompartimento.
A poco a poco lo scompartimento si svuota.
Prima l’impiegato prende su il suo zaino, perché in realtà Go to the action scopro che è suo.
Dopo il campagnolo prende la sua cucina, insieme al ragazzo gellato, che scoprono di essere padre e figlio.
Il pacifista saccente resta solo: è contento perché potrà scrivere sul suo blog un post su quanto siano fasulle le apparenze.
Ho trovato un tesoro di miei vecchi scritti.
Questo è del giugno 2006 ed è ambientato nel vagone di un treno a lunga percorrenza, quando ancora esistevano.
Tre anni prima di diventare pendolare, sei prima di creare questo blog.
Ma direi che gli ingredienti c’erano già tutti.
Sarà anche del giugno 2006 ma è sempre attualissimo (nel bene e nel male!).
E chissà se l’impiegato aveva comprato lo zaino “Go to the action” per inneggiare al dinamismo o per essere figo! 😉
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Non è da escludere: i nerd hanno modi imprevedibili per tentare (invano) di essere fighi. Conquistare il mondo, ad esempio 🙂
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Un blogger in erba, allota. Il senso d’osservazione ha radici lontane
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Anche più lontane di quel post: non sono un disadattato mica per niente 🙂 .
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