Esco dal treno e sono felice.
Il treno mi ha appena riportato alla stazione di Agreste, la mia fermata.
Le porte si aprono e io scendo: è ancora giorno, è quasi casa, è quasi amore.
Il tepore di un sole ancora alto scalda la mia pelle e la riempie di gioia.
Il treno, anche se in ritardo, è arrivato.
La primavera è più in ritardo del treno ma lasciatemi illudere che sia arrivata anche quella.
Ma non è il sole a rendermi felice. Non i suoi raggi, non la sua luce.
Non è neanche il profumo dei fiori del vicino parco giochi. Non i loro colori che finalmente scalfiscono grigio e nebbia.
Non il canto degli uccelli, che sembra un inno alla vita.
E’ tutto questo insieme e un’altra cosa ancora.
E’ il sorriso di mia moglie e dei miei due figli, che hanno approfittato della bella giornata per andare al parco giochi e farmi una sorpresa.
E’ la loro felicità nel rivedere me e la primavera.
La quarta primavera di mia figlia e la prima di mio figlio.
Buon compleanno, cucciolo.
Ecco. Una sale in treno incupita e poi legge un post così che ti cita la primavera, De Gregori e l’amore. Allora dillo che mi vuoi mettere di buon umore. Buon compleanno al tuo piccolo
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Mettere di buon umore è sempre un piacere 🙂 .
E speriamo che la primavera stia arrivando davvero!
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>Non è neanche il profumo dei fiori del vicino parco giochi. Non i loro colori che finalmente scalfiscono grigio e nebbia.
Ecco, bravo! Bravo. Che mi stannu facennu moriri.
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