Io sono una notizia. E questo il problema di questo Paese.
Sono una notizia perché so arrangiarmi, senza tante lacrime ammare.
Sono una notizia perché sono creativo, nonostante i miei ottant’anni.
Sono una notizia perché, nonostante i miei ottant’anni, ho ancora voglia di stare con la gente.
Non ho molto tempo per raccontarvi chi sono: tra qualche minuto arriva il regionale per Torino. Da Torino poi partirà l’interregionale per Roma: prendendo quello andata e ritorno sono a posto per tutta la notte.
E poi a Roma non ci sono ancora stato: sarà bello scoprire quali treni da lì mi riporteranno in Piemonte.
Chi l’avrebbe detto? A me che dei treni non me n’è poi mai importato più di tanto. Sì, ne ho presi tanti in ottant’anni, un po’ come tutti, ma senza star lì a pensarci più di tanto. Fin quando un mio braccio è finito in un binario morto: un bell’ictus se l’è preso e mi ha dato in cambio una tessera per viaggiare gratis su tutti i binari d’Italia.
Poi insieme al mio braccio si sono presi la mia casa e così eccomi qua: la pensione per mangiare, la tessera dei treni per dormire e i bagni della stazione per constatare che l’inciviltà in ottant’anni non è stata ancora debellata.
Otto mesi di volti. Ho cantato con le ragazzine e con gli alpini, ho chiacchierato con banchieri, con ladri e con banchieri ladri, ho bevuto vino e caffè con giornalisti e con preti, con operati e con studenti.
Non mi lamento. Mi dispiace solo di essere una notizia. Quand’ero giovane l’arrangiarsi era consuetudine, l’essere creativi una necessità e se abbiamo tirato fuori questo Paese dal fango è anche per questo. Cosa questo voglia dire molti di voi l’hanno dimenticato e così io faccio notizia. E’ per questo che siamo ridotti al punto che si regala una nuova vita a gente come me, non agli studenti.
Ma io di questa nuova vita adesso non so molto che farmene: ho sessant’anni più del necessario.
Ora sono un po’ stanco. E poi devo scappare: sta arrivando il treno.
Facciamo che mi date l’appartamento popolare che mi avete promesso: ci vediamo lì e vino e caffè ve li offro io tra quattro mura.
(Liberamente tratto da una notizia sul Corriere della Sera)
Se fosse una storia inventata mi limiterei a dirti che l’hai scritta proprio bene, ma non è una storia inventata a lascia l’amaro in bocca
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Io non posso che prendere i complimenti, ringraziarti e condividere l’amaro in bocca :S
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Mi ricorda Pilorussu!
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Viveva in treno? Sai che non lo sapevo?
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