Er Finestra avverte: “Causa eccessiva affluenza, sul piazzale esterno è stato istituito un autobus aggiuntivo per Bologna centrale”.
E allora decido di concedermi questo brivido e provare anche questa novità.
Ma resto deluso: l’autobus non possiede la stessa magia.
La mano traballa, la penna schizza.
Le vie sono immerse nella nebbia e il finestrino è anche più monotono di quello rettilineo della ferrovia.
E in fondo all’autobus regna sovrano lo stereotipo dei chiassosi, oggi gentilmente interpretato da un gruppo di signore anziane ridanciane.
E allora mi tappo il naso e mi immergo nella lettura.
Giuro, treno mio, che non ti tradirò mai più.
Non c’é paragone. Poi legere in autobus mi da la nausea
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