Valleverde è la mia Shangrilla, il mio El Dorado, la mia Hogwarts.
Valleverde…
Come ci insegna Proust, i nomi dei paesi sono di per sé romanzi: ti immagini già un paese immerso nel verde, dove gli uccellini ti svegliano al mattino, i grilli ti portano l’estate, i gufi ti accompagnano di notte e le caprette ti fanno ciao.
I treni per Valleverde partono dal binario accanto al mio. Nei momenti in cui la stanchezza morde di più e ti senti davvero un pendolo, che si muove in continuazione restando sempre al suo posto, leggi la scritta Valleverde e ti verrebbe da cambiare binario: prendere un treno sconosciuto verso una meta sconosciuta. La mitica Valleverde, che non è neanche così famosa da dire che tanto prima o poi la conoscerai perché ci andrai a fare una vacanza.
E non ditemi che Valleverde non è poi tutto questo granché: a fermarmi mi basta il pensiero che tanto mi beccherebbe un controllore e la mia gita avventurosa si fermerebbe già a Millemondi Porta Nuova.
Purtroppo Valleverde ormai è sinonimo di scarpe e mi rovina pure il gusto di immaginare un posto idilliaco. Ma ognuno ha la sua di ipotetica, immaginata, agognata, Valleverde… e prima o poi, in barba al controllore, ci si può anche arrivare
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Per sincerità, devo dire che Valleverde, come ogni nome proprio di questo blog, non è un nome reale.
Ho fatto questa scelta per superare una sorta di “blocco dello scrittore”, causato dal timore di offendere amici, conoscenti o semplici campanilisti 🙂 .
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