Attraverso il treno – La corsa confusa (2/12)

Parte 2: La corsa confusa

La folla si era diradata ma era comunque numerosa e, se possibile, più rumorosa della precedente.
Una signora parlava in continuazione del suo gatto, di quanto fosse carino il suo gatto, di quanto il suo gatto fosse più intelligente rispetto agli altri gatti e di quanto lei e il suo gatto vivessero in armonia e amore. Replicava un passeggero vicino, chiedendo la chiusura del discorso. “Non mi piacciono i gatti! Ho la fobia dei gatti! Sono disgustosi, meschini e volgari!”
Come se non bastasse il chiacchiericcio, c’erano qua e là ragazzi e ragazze che dalle loro cuffie – che più che cuffie sembravano casse amplificate – spandevano un miscuglio di suoni che andavano da Message in a bottle a Hotel California, da Da Da Da a Il Pappagallo (ebbene sì: ci sono anche bambini con smartphone e cuffie).

Intanto l’uomo che si lamentava dei gatti, abbandonato rabbiosamente dalla signora, aveva scelto come vittima dei suoi sproloqui proprio la misera Alice, che stava subendo un assurdo monologo.
I treni sono spesso popolati da persone del genere, bisognose di un pubblico al quale presentare la rappresentazione teatrale della propria vita. Più che i treni, è il mondo intero ad ospitare gente del genere. Ma i treni permettono loro spazio di azione: mettono i potenziali interlocutori in un angolo, senza dar loro vie di fughe.

Il signore in questione raccontava ad Alice un non meglio precisato problema avuto con la giustizia.
“”Sei chiamato in tribunale per aver agito male” – mi disse. ”Non avrà nessun valore, un processo celebrato senza giudice e giurato” replicai io. ”Bene, il Giudice son io” – disse – E farò io anche il teste e il Giurato. Così tutto è sistemato.”.
Ma tu non mi segui!” disse il signore ad Alice, con tono di rimprovero. “A che pensi?”
“Ti chiedo scusa” rispose Alice umilmente. “Mi ero un po’ distratta”. “Lo noto!” gridò lui arrabbiato.

Proprio in quel momento il treno si fermò ad una nuova fermata. I viaggiatori che dovevano scendere iniziarono una corsa confusa. Spinta dalla corrente, Alice arrivò alla porta per scendere dal treno e si trovò faccia a faccia con il Signor Bianchi.

(Continua…)

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