Ha un pullover viola, dei pantaloni di lino bianchi e nessuna giacca: a quanto pare il vento gelido che soffia in stazione non sembra turbarla. A preoccuparla è ben altro.
Davanti a lei ad aspettare il treno ci sono tre uomini: chiacchierano tra di loro, discutono dell’ultima partita, sparlano di un collega assente, accennano a qualche problema lasciato insoluto in ufficio. Come se niente fosse.
La signora intrufola i suoi capelli ricci grigi tra di loro e mormora: «Ascoltatemi». Punta su uno dei tre i suoi occhi azzurri. «Dovete farmi un favore» implora.
L’uomo le si avvicina cordiale. «Ci dica…». Probabilmente non sa bene che treno prendere.
«Sabato dovete venire in piazza». Gli occhi ora si perdono nel vuoto, incuranti di un treno che sta arrivando. «Vi rendete conto di cosa stanno facendo? Bisogna fare qualcosa.»
L’uomo capisce l’antifona e fa un passo indietro. Il collega non coglie: «Signora, a cosa si riferisce?». Si morde subito la lingua perché finalmente anche lui nota un particolare: la donna è l’unica persona sulla banchina a non portare la mascherina.
«Parlo del green pass.»
Il terzo collega la butta in caciara: «Ah ma a me piace il green pass. Ho anche il blue pass: si chiama tessera sanitaria. E, pensi, ho anche la carta d’identità…»
«Voi non capite!». Sussurra ancora ma le tremano le labbra e le mani. È letteralmente terrorizzata.
Nel frattempo il treno è arrivato e i passeggeri stanno scendendo. I tre ne approfittano per defilarsi. La signora è trascinata via dalla folla.
La vedo allontanarsi disperata e mi chiedo se e come prenderà il treno, ammesso che debba davvero prenderlo. Alla fine la vedo voltarsi, abbassare il capo e andarsene via, chissà dove.
Photo by brut carniollus on Unsplash
Sai, nonostante io sia distante anni luce dai no-vax no-green pass, credo che alcuni di loro lo siano davvero per paura. A parte i complottisti, i fancazzisti, i ioSonoControEbasta, c’è una fetta di quel mondo che ha paura. Esattamente come chi, terrorizzato dal covid, è corso a vaccinarsi, alcuni sono terrorizzati dai vaccini. Mi dispiace per loro, sinceramente, ma quando si presentano in stazione senza mascherina ledono la mia libertà a favore della loro, ledono il mio diritto alla salute, allora l’empatia svanisce d’un colpo.
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