Il varco

La ragazza incrocia lo sguardo della nonnetta seduta di fronte. Accenna un sorriso per poi subito far fuggire gli occhi altrove.

Silenzio.

《Mamma, quando arriviamo?》 chiede la figlia quattrenne.

《Ssshhh!》 intima la ragazza. 《Non manca tanto》. Si gira di lato. 《State tranquilli, dai》. Il plurale in realtà è rivolto soprattutto all’altro figlio, di due anni.

Altro silenzio, rotto ritmicamente dai rumori della sedia su cui saltella il duenne.

La madre si accascia sulla poltrona. Ogni tanto apre gli occhi e si rianima, giusto per implorare un po’ di quiete.

Il piccolo finalmente salta giù dalla sedia.《Devo fare pipì!》

La donna si guarda intorno, il volto è teso. Di nuovo si ferma sulla signora, di nuovo abbozza un sorriso. 《Può… per favore, può guardarmi la bimba due minuti?》

La signora si apre in un largo sorriso. 《Ma certo!》

Mamma e figlio corrono via. La signora guarda la bimba con occhi teneri ma senza proferire parola.

La bimba dal canto suo, sposta gli occhi curiosi dalla signora al finestrino, quindi al corridoio e poi di nuovo sulla signora. 《Come ti chiami?》 prorompe infine.

《Margherita!》 esclama la nonnetta, con gli occhi illuminati. 《E tu?》

《Rita. Qual è il tuo animale preferito?》

《Il mio animale preferito?… Mmm… sai che non ci ho mai pensato?… Vediamo un po’… il delfino, penso.》

Rita approva e annuisce. Ma non è del tutto soddisfatta: 《E qual è il tuo animale di terra preferito?》

《Il?… Boh… Il… penso il gatt…》

《Oh grazie mille!》 irrompe la madre con il fratellino aggrappato alla mano. 《Spero non l’abbia disturbata troppo!》

《Scherza! È stato un piacere! È una bimba molto sveglia.》

《Dice? Grazie. È che sono un po’ irrequieti. Devo gestirli da sola e faccio un po’ fatica, anche perché….》.

Parte un fiume di parole, ma la signora sembra contenta dell’esondazione.

Intanto Rita, per nulla offesa dalla estromissione, torna a studiare il treno.
La sua missione è terminata.

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