Il sarcastico

《Dieci anni in quel posto e non ho mai fatto neanche un passo avanti di carriera.》
Lo dice come se fosse una buffa battuta: apre la bocca in un ampio sorriso che diventa quasi una risata, tanto da far sobbalzare i suoi innumerevoli ricci rossi.

Il compagno lo osserva con sguardo impassibile, quasi torvo, avviluppato in una giacca nera e aggrappato ad una valigetta. Sembra quasi il Dottor Randazzo: l’Ivano Marescotti di Johnny Stecchino.

《Un collega mi dice: “Sei troppo sarcastico”》 continua il rosso imperterrito. 《”Sa ‘r cazzo cosa vuoi dire” le rispondo io》. E stavolta la risata straripa ed echeggia per tutto il vagone.

《Capisco》 è l’unico commento del Dottor Randazzo. Una spalla comica perfetta.

《”Come quella volta alla riunione” dice sempre questo mio collega…》 continua il rosso.

Il Dottor Randazzo inizia ad interessarsi ad un punto preciso dell’orizzonte ma ciò non impedisce al rosso di continuare il proprio racconto.

《Si riferisce a quella volta che la mia collega mi ha chiamato alla riunione dei dirigenti》. Accompagna il racconto con ampia gestualità, facendo svolazzare in giro per il vagone la propria giacca di nylon verde, troppo leggera per questo periodo dell’anno. 《”Ci sai spiegare perché non riusciamo a collegare questo computer alla rete?” mi chiede. E io: “Forse perché non capite un cazzo di informatica?”》. E qui la risata diventa un boato. E, se non fosse abbastanza, la amplifica dando una pacca sul petto al compagno.

Il Dottor Randazzo, sempre mantenendo il suo aplomb, si liscia la camicia, come a voler cancellare i segni del contatto fisico. 《Capisco. Effettivamente è un mistero il perché tu non abbia fatto carriera》. Finalmente i suoi occhi hanno un lampo di gioia. 《Oh che peccato: è la mia fermata. È stato un piacere incontrarti, caro. Ci vediamo!》.

(Nel fotogramma Ivano Marescotti in Johnny Stecchino, di Roberto Benigni)