#coraggioBudrio

No ma avevo tutto pronto, davvero.

Un post buffo su un dialogo che avevo sentito in treno.
Era in bozza: c’era solo da rileggerlo e poi metterlo sù.
Era divertente, giuro.

Poi domenica è successo che la ferrovia è diventata quella roba qui sopra.

E mi è un po’ passata la voglia di scherzare.

Lo metterò quel post, promesso, anche perché continuare a fare i coglioni è anche quella una forma di resistenza contro le avversità.

Ma non ora.

E non tanto per me, ché alla fine sto dalla parte fortunata dell’argine: quella che ha retto. E dovrò solo un po’ penare per arrivare a lavoro.

Ma per chi invece abitava dall’altro lato. Abitava, al passato. Imperfetto indicativo, in tutti i sensi.
Non perché non ci sia più lui, sia chiaro. L’organizzazione è stata con i contro cazzi, non c’è che dire, e nessuno è rimasto intrappolato in casa. Ma perché è quella, la casa, a non esserci più.

E niente: non ci trovo un cazzo da ridere.

Forza e coraggio, Budrio.

(Foto tratta dal sito di FER)

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