Caro Gesù, lo so che tu mi ami ma non mi sento pronto per una relazione fissa. O almeno per una così fissa.
Non sei tu, sono io.
Tutta questa storia che tuo padre è onnipotente, che sei venuto per espiare i nostri peccati e tutto il resto… ecco, mette un po’ in soggezione, genera ansia da prestazione: non sarò mica il primo a dirtelo?
E ad essere sincero non mi sembrano neanche espressione di una persona del tutto in equilibrio con sé stessa. Ecco, l’ho detto.
Prendiamoci un po’ di tempo, una pausa di riflessione, va bene?
Ne abbiamo parlato altre volte, vero? Vorrei che te ne facessi una ragione.
Anche questa storia che c’è il mio nome sulla Bibbia, che schiacci gli indemoniati… sù… non sono nato ieri… Evitiamo di renderci ridicoli entrambi.
Quindi, per favore, smettila di far appostare quel signore all’uscita della stazione, quello che continua a dirmi che mi ami e mi dà sempre quel volantino pieno di (perdonami) scritte un po’ deliranti.
Che poi quel nonnetto è anche simpatico, per carità. E preferisco di gran lunga lui rispetto a quelle tipe tetre vestite di nero; o di quelli che ti suonano in casa, sempre in coppia, per tenersi d’occhio l’un l’altro.
Però anche lui, sempre lì, sempre sorridente, sempre solo… anche lui un po’ inquietante lo è.
Fatti una vita nuova, non so… conosci gente, d’accordo?
Magari qualche volta mi faccio vivo io, ok?
Fotogramma tratto dal film DOGMA di Kevin Smith.