Ore 17.20. Lo zaino è pronto, le tapparelle sono chiuse, ma quel bug fastidioso è ancora lì: faccio quest’ultima prova e poi esco.

Ore 17.30. Il bug maledetto non cede ma mi cade l’occhio sull’orologio: merda, il treno è tra 11 minuti esatti.

Fanculo al bug: volo giù dalle scale e mi lancio in strada. Il semaforo alla fine dei portici è giallo: ce la posso fare.

Non ce la posso fare: il semaforo è diventato rosso. Attraversare i viali sarebbe un suicidio; aspettare che sia verde vuol dire arrendersi.
Piano B: cambio di percorso. Invece di entrare in stazione dall’ingresso del piazzale ovest, faccio un giro più largo, dove i semafori sono verdi, ed entro dall’ingresso principale.

Ore 10.25. No, quell’orologio lo hanno rotto i fascisti.

Ore 17.35. L’orologio gigante dice che ho ancora 6 minuti: ho ancora speranze.
Ma l’ingresso principale è insidioso: significa saltellare tra vecchietti sperduti, adolescenti imbambolati e guardie armate. Solo il pendolare nato potrà passare. Per fortuna io lo nacqui.

Ore 17.36. 《Annuncio partenza: il treno regionale per Piacenza è in partenza dal binario 1》. Non è il mio ma so che lo precede di pochissimo.
I minuti che mancano sono pochi ma so anche che mi bastano. Se non fosse che mi distraggo: vedo una serie di persone affannarsi per prendere il treno appena annunciato e mi viene in mente un post da scrivere.
Perdo secondi preziosi: ora devo proprio correre. E lo faccio: ho scarpe adatte, vestiti ancora leggeri e buona conoscenza del percorso.

Ci sono le 17.40 nella coda del mio occhio sinistro quando supero l’ultimo orologio del binario 1. Sto per svoltare l’angolo che sancirà il mio arrivo al piazzale est. Ho un minuto per percorrere pochissimi metri: ho la vittoria in pugno.
Sono Lewis, sono Bolt, sono Dio: mi mancano solo il ralenti, una bibita energetica in mano e una musica gloriosa di sottofondo.

Ore 17.41. Taglio il traguardo, sudato ma fiero di me. E ricevo il meritato premio: 《Annuncio ritardo. Il treno per Agreste partirà con 15 minuti di ritardo per treni precedenti sulla linea》.