Sguardi rubati

Con lo sguardo perso oltre il finestrino, trovo gli sguardi di pendolari che lasciano il treno prima di me o che al vetro si rifraggono.

Sguardi rubati, privati, taciuti.
Sguardi più eloquenti di cento discorsi, più sinceri di un diario segreto.

Gli sguardi dopo, ad esempio.

Gli occhi al cielo di chi non ne poteva più.
Il labbro ritirato di chi cerca di inghiottire una brutta notizia.

Il sorriso ebete del ragazzo dopo aver salutato l’amore.
I denti bianchi e gli occhi illuminati della ragazza che va via.

Lo sguardo dal, oppure.
Il volto sollevato che riflette l’ultima schermata vista.

La risata dopo aver letto un meme ben riuscito, trattenuta per chissà quale forma di pudore.
La rabbia, forse imbrigliata dallo stesso pudore, dopo un’email del capo.

La pelle tesa a trattenere un cuore in ansia dopo aver scritto una proposta di uscita.
Gli occhi sognanti dopo aver letto un .
Speranza e preludio di altri sguardi.

Gli sguardi verso, infine.

Il grugno verso il ragazzo con le casse bluetooth.
Il borbottio vecchio e pavido di chi ha di fronte uno straniero.

Il broncio femminile invidioso verso la bella ragazza.
Le sopracciglia maschili alzate verso la stessa.
Forse preludio di altri preludi.

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