Morirà presto: avrà una vita breve e dura, tra freddo e stenti.
Ma i posteri la ricorderanno come l’eroina della propria stirpe, il pioniere tra terre inesplorate, la leggendaria figura che fondò l’Impero.
La vedo avanzare piano, già affaticata e dolorante. Le prede non mancano ma le condizioni ambientali sono proibitive.
Si avvicina, si ferma, prende fiato, poi tenta un assalto improbabile. Fallisce, si ritira: sconfitta ma illesa.
Riprova, fallisce di nuovo ma non dispera. Ha bisogno di cibo.
Poi l’errore fatale: fiuta qualcosa, si distrae.
Quando se ne rende conto è troppl tardi. Prova a volare via e per un attimo si salva. Ma vola sghemba: è stanca, è ferita.
Il secondo attacco che subisce è fatale: la vedo agonizzare sul vetro del finestrino. Quando arriva il colpo di grazia, il suo ultimo pensiero non va al nemico e nemmeno a sé stessa.
Va alla prole, va ai posteri. Va alle uova lasciate nel sottovaso bagnato della stazione.
Muore così, romantica, la prima zanzara della stagione