Il volo

Siamo partiti da mezz’ora e l’aereo è ormai ad alta quota.

Ho sempre amato il lato finestrino: nonostante gli anni di viaggi, per fortuna continua ad affascinarmi la distesa di… cirri? Cumuli? Nembi? (Pietà! Sono troppo lontane le lezioni scolastiche!)… la distesa di soffice panna sotto i nostri piedi, così vicina che sembra quasi di poterla toccare.

La Terra con le sue ansie è un pianeta lontano, chilometri sotto i nostri piedi e negata alla nostra vista da una barriera fumosa.

Il paesaggio è reso ancora più bello quando da una piccola fetta di sole che illumina un punto preciso ma insignificante, come un palcoscenico poco prima che il protagonista entri in scena.

Un sole pallido, per ora, ma forse è anche meglio: il fascio di luce di un sole pieno fa troppo copertina di una rivista di Testimoni di Geova… come si chiama?… Svegliatevi!

Il volo sta per concludersi. L’abitudine dei passeggeri ci salva dall’applauso al pilota. Le porte si aprono, le scarpe affondano nella neve e il sogno svanisce.

Fuori dal treno ci aspetta la quotidianità di un giorno di nebbia che segue una notte di neve.
Per le ferie al momento mancano soldi e tempo.

La fantasia, almeno, costa poco.

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