(Racconto non pendolare)
– Nonno Antonio, mi racconti una storia?
– La conosci quella di Biancaneve?
– Certo.
– Ma io conosco la storia vera, che secondo me non conosci mica.
– Allora raccontala, nonno!
– C’era una volta Biancaneve, che viveva in una città controllata da una signora bella ed elegante che era soprannominata “La Regina Cattiva”. Come si può intuire dal nome, la Regina gestiva un traffico di prostituzione e Biancaneve era un elemento di disturbo, visto che batteva nella zona ovest senza aver chiesto il permesso a nessuno…
– Antonio!
Il grido proviene dalla cucina adiacente al giardino. E’ potente e con le vocali prolungate, segno che nonna Marzia è arrabbiata davvero.
– Ma ti sembrano storie da raccontare ad una bambina?
– Ma perché, vuoi dirmi che non è questo il vero senso della storia? Il principe azzurro è un pappa come gli altri. E pure necrofilo.
Nonno Antonio ha sempre valide argomentazioni, che però nonna Marzia sa confutare con solido pragmatismo:
– Non ti scasso la padella in testa solo perché c’è la bimba qua davanti.
Quindi cambia tono di voce, modalità Generale Che Pianifica Un Attacco:
– Marie’, figlia mia, tu continua a cucinare. Tu, Antonio, alzati e va’ ad apparecchiare, se ti ricordi ancora come si fa. Ci resto io qui con la bimba, che è meglio.
Doppio cambio, modalità Mary Poppins:
– Vieni qui, Silvia, te la racconta nonna una bella storia.
Il nonno batte in ritirata, borbottando tra sé contro il sacro vincolo del matrimonio.
La nonna fa finta di non sentire ma pensa alla legalizzazione del divorzio arrivata troppo tardi, quando ormai lei si è abituata all’insopportabile..
Con una mano scaccia le mosche del giardino e muta i brutti pensieri in una favola improvvisata.
C’era una volta un pesciolino bianco. Abitava nel Fondo Più Fondo Del Mare, dove esistono solo pesci neri.
Il povero pesciolino bianco veniva sempre preso in giro per la sua diversità ed era sempre molto triste.
Un giorno disse “Basta! Io me ne vado via da qui! Sono sicuro che più in alto ci saranno pesci bianchi come me che mi vorranno bene e non mi tratteranno più male!”
Detto questo iniziò a nuotare. E nuota che ti nuota, arrivò nel Mare Poco Profondo. Lì incontrò i pesci gialli.
“Posso restare a giocare qui con voi?” chiese il pesciolino bianco.
“Giocare con noi?” – dissero gli altri pesci ridendo – “Ma hai visto come siamo belli noi, tutti colorati? Che figura ci facciamo se giochiamo con te, che non hai nessun colore? Vai via!”.
Il pesciolino bianco, sempre più triste, nuotò allora ancora più in su e arrivò In Superficie. Lì non c’era nessun pesce, né bianco né colorato, ma vide che il mare finiva.
Oltre il mare, nel Mondo Sconosciuto, c’era un pescatore in una barca.
“Ciao, signor pescatore,” – disse il pesciolino bianco – “vuoi giocare con me, anche se sono solo un brutto pesciolino bianco?”
“A me non importa se sei nero, giallo, bianco o arcobaleno. A me piacciono tutti i pesci. E tu sei proprio bello! Vuoi sposarti con me?”
E fu così che il pesciolino bianco e il pescatore si sposarono.
Ed è da quel giorno che quando due persone si vogliono sposare, mannaggia a loro, si dicono “Ti amo”.
– Nonna, io non l’ho capita bene bene questa favola. E’ finita bene o male?
– Va là che invece il nonno l’ha capita…
– Sì che l’ho capita – dice il nonno appena tornato dalla missione – tu e i tuoi giochi di parole del cazzo. Vuo sapere com’è finita, Silvie’? Chiedi a tua mamma cosa mangiamo per cena…
– E’ pronto, Silvietta! – dice la mamma ignara – Mangiamo platessa, quel pesciolino bianco che ti piace tanto tanto tanto!
Questo racconto partecipa all’EDS (Esercizio Di Stile) bianco della Donna Camel.
Le regole dell’esercizio:
- Scrivi una storia triste
- Mettici un pesce
- Mettici il bianco
- Stai dentro due cartelle
Gli altri partecipanti:
- Album di famiglia in un interno – bianco come il bagno nel mese dei lucci
- Lamento di una giovane morta
- Il soffio della vita
- Austinu
- Caramelle
- Una mano di bianco
- Chi s’è mai sognato di mangiare una rondine?
- L’agosto del pesce volante e del pettirosso timido
- Missisippi
- La lista
- Diffidenza
- L’incanutito e la salata immensità
- L’occhio del branzino deve essere bianco
- EDS in piccolo
- Minnie
- La favola del pesciolino bianco e del principe pescatore
- Le diottrie del sig. Paolo
- La solitudine del sabato
- Il pesce contacaratteri
- Peter e la sua Milena
- Gioie e dolori
- Neve dai pioppi
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Ecco, no, scusa Marco, ma io sto ancora ridendo. Lo capisco il finale triste, ma a me sta storia mi fa ridere. Sarà risata isterica?
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La Donna Camel è stata chiara: “ti chiedo anche di scrivere una storia triste, oppure una storia allegra che finisce male. ”
E, come da poco sai, io sono vegetariano :p
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Giusto. Particolare non trascurabile
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Più che giusto! Le storie allegre che finiscono male sono quelle che sembrano più vere, anche se Biancaneve non era cominciata mica male, per tacere del traffico di stipefacenti di cui era stata accusata della ferze dell’ordine a causa di una perquisizione nella casetta del bosco…
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Ma che allegra famigliola! Steiner e Montessori e compagnia bella si turino le orecchie e guardino da un’altra parte… 😉
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Purtroppo ne vedo di peggio a scuola di mia figlia…
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La cosa più triste è che i due personaggi sono ispirati a due persone reali :S
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Leggero e divertente 🙂
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Mi piace come sei fuori!
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Mi ero quasi commossa al pescatore che sposava il pesciolino albino
Non imparerò maaaaaaai
Comunque trovo bella la favola anche da sola ( senza cappello e finale)
Troppo romantica
Sono
Aiut
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Non prendertela con me: prenditela con la Donna Camel che imponeva un finale triste 😀
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La platessa per cena è la vera tristessa.
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Touché
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