Attraverso il treno – I consigli del rasta (4/12)

Parte 4: I consigli del rasta

Il vagone in cui entrò Alice era semi-vuoto. “Deve essere un vagone centrale: per qualche assurdo motivo, sono sempre quelli meno popolati” pensò Alice, che trovò subito posto ed iniziò ad ostentare indifferenza, giocherellando con un cucciolo che viaggiava in una gabbietta.

Accanto al cane sedeva un ragazzo. Era intento a farsi una canna e non era molto disposto ad occuparsi né di lei né di altro.
Per qualche istante il ragazzo e Alice si guardarono in silenzio. Infine il ragazzo si levò di bocca la canna e, con voce languida e assonnata, chiese: “E tu chi sei?” Questa non era certamente la maniera più incoraggiante per iniziare una conversazione. Alice rispose con voce timida: “Io… io non lo so, per il momento, signore… al massimo potrei dire chi ero quando mi sono alzata stamattina, ma da allora ci sono stati parecchi cambiamenti”.
“Sembri più fatta di me” disse lui.
“Se le fosse capitata la sequela di stranezze che sono capitate a me oggi, sarebbe confuso anche lei, glielo assicuro”.
“Non credo” disse lui.
“Be’, i nostri modi di vedere sono un po’ diversi. IO penso di sì”.
“Tu, forse” disse il ragazzo con un tono di aperto disprezzo. “Ma chi sei TU?”
Alice ormai cominciava ad essere irritata. Perciò a questa domanda rispose in tono anche più asciutto: “Penso che prima dovrebbe essere LEI a dirmi chi é.
“Perché?” disse il ragazzo, innervosendosi.
Poiché Alice non era in grado di rispondere subito e il ragazzo era in uno stato di GRANDE nervosismo, gli volse le spalle e si mosse per andarsene.
“Torna qui!” le gridò il ragazzo. “Devo dirti una cosa importante!” Era indubbiamente un invito allettante. Alice si voltò e tornò indietro. Il Rasta finalmente parlò.
“Hai da accendere?” disse lui che intanto aveva preso le cartine per prepararsi un’altra canna.
“Tutto qui?” rispose Alice, cercando di nascondere il suo dispetto.
“No” disse il Rasta.
“In fondo, posso anche aspettare” disse Alice. Non aveva altro da fare e poi quell’essere un po’ indisponente avrebbe potuto dirle, forse, qualcosa di veramente interessante. Per qualche istante il ragazzo continuò ad armeggiare senza dire una parola. Alla fine chiuse lo spino e le chiese:
“Allora, cosa ti è successo?”
Il ragazzo non era simpatico affatto ma Alice aveva bisogno urgente di una spalla su cui piangere, così gli racconto tutto.
“Tutto qui? A me cose del genere capitano tutti i giorni” affermò il ragazzo.
“Beh, a me no” replicò Alice.
“Tu hai solo bisogno di rilassarti. Visto che non troviamo da accendere, mangia un po’ di questo, vedrai che tutto ti apparirà più chiaro.” disse il ragazzo porgendo un fungo ad Alice.

(Continua…)

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